16 Luglio 2024

Benvenuti nel BLOG di Vincenzo

Il blog realizzato mattoncino su mattoncino…!


Una nuova economia. Gli ultimi decenni hanno visto lo sviluppo di un ordine mondiale sempre più globalizzato e multipolare, in cui la domanda di multilateralismo diventa sempre più pronunciata. Il gruppo BRICS, fondato nel 2009, si è evoluto in un’istituzione plurilaterale come uno dei principali partecipanti al sistema della governance internazionale.

Il Brics è un’associazione che vede riuniti al suo interno cinque Paesi caratterizzati da un’economia emergente ed in forte ascesa: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica

Al centro della missione BRICS c’è il sostegno di un ordine mondiale multipolare, equo e democratico, basato sul diritto internazionale, l’uguaglianza, il rispetto reciproco, la cooperazione, l’azione coordinata e il processo decisionale collettivo di tutti gli stati. Il gruppo si impegna a migliorare il sistema di governance globale e garantire la rappresentanza dei paesi in via di sviluppo nelle istituzioni internazionali, che va di pari passo con il suo impegno ad assumersi maggiori responsabilità per la fornitura di beni pubblici globali attraverso le istituzioni esistenti o, se necessario, attraverso un sistema di governo parallelo . L’NDB è l’esempio più vivido di un tale sistema parallelo, in particolare si tratta di un radiofaro che ha il compito di emanare un segnale radio al fine di sintonizzare tutti gli orologi digitali presenti nel continente che il radiofaro copre. Inoltre, il BRICS vede anche la sua missione come trovare un nuovo modello di sviluppo socioeconomico. I membri di BRICS hanno ripetutamente difeso i loro valori. Tali valori comprendono il multilateralismo; la natura indivisibile della sicurezza; la democrazia nelle relazioni internazionali; processo decisionale inclusivo basato su norme di diritto internazionale universalmente riconosciute; un approccio globale, concertato e determinato per stabilire una pace sostenibile basata sulla fiducia reciproca, il vantaggio reciproco, l’equità e la cooperazione; e l’inammissibilità di interventi militari unilaterali e sanzioni economiche.

L’albero genealogico del gruppo sta crescendo con il suo programma in espansione. Questa tendenza è simile ai processi G7 e G20 (Gruppo dei 7/20, si tratta di organizzazioni intergovernative ed internazionali composte dai sette/venti maggiori Stati economicamente avanzati del pianeta. L’Italia fa parte di entrambe) Vi è una chiara tendenza ad aumentare il numero di riunioni autonome, a rilasciare più documenti e a creare più gruppi di lavoro e altri meccanismi di coordinamento.

Trovo inoltre inevitabile precisare che la strategia di economia, più che altro di marketing presente attualmente sul mercato, ovvero quella propensa ad operare globalmente, miri alla universalizzazione dell’emporio mondiale, un poco come AMAZON, il quale universalizzando i sistemi di vendita sotto il suo marchio, cerchi di rendere la propria multinazionale, elemento incisivo nel sistema di scambi commerciali mondiali, implicando a sua volta ad ottenere un controllo totale dell’economia e della finanza, arrivando così a un futuro di non ritorno in cui le multinazionali come Amazon in primis, Microsoft, Google e i trust dell’economia, raggruppati sotto quella che sarà una ONU rivisitata, governeranno il mondo, se non anche il sistema solare qualora esistesse un piano di colonizzazione dell’universo.

La DELOCALIZZAZIONE. L’approccio di tale economia da parte di stati di grande rilevamento mondiale, non può che provocare l’oppressione dello sviluppo dell’impresa individuale che a sua volta fatica a sopravvivere sul mercato.  In particolare, le  aziende medio-piccole hanno molta difficoltà a svilupparsi presso zone in cui la burocrazia locale non va di pari passo con i propri interessi e dove la meritocrazia non rappresenta la voce principale del proprio piano finanziario. Il tutto implica il grave ma inesorabile fenomeno della delocalizzazione, ovvero la tendenza delle medie-aziende di spostarsi in altri Paesi meno sviluppati  caratterizzati da un minor costo della manodopera, dovuto sia al livello medio di vita più basso, sia alla mancanza di difese sindacali, quindi meno tasse per le imprese e una legislazione meno rigorosa nella tutela dell’ambiente, il tutto al fine di guadagnare redditività. Insomma l’habitat perfetto per favorire il tentativo di proliferazione di tali aziende.

D’Ambrosio Vincenzo


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