L’Inquinamento atmosferico è l’insieme di tutti gli agenti fisici, chimici e biologici che modificano le caratteristiche naturali dell’atmosfera terrestre.
L’aria, infatti, è una miscela di azoto (N2), ossigeno (O) e piccole quantità di diossido di carbonio (CO2), ma a causa dell’inquinamento atmosferico vi si aggiungono zolfo (S), carbonio (C), benzene (C6H6), ma soprattutto ozono troposferico (O3), biossido di azoto (NO2) e le polveri sottili (o anche dette particolato [PM]).
Queste ultime sostanze sono rilasciate da eventi naturali (come eruzioni vulcaniche) ma la maggior parte sono rilasciate da attività umane: industrie, mezzi di trasporto, riscaldamenti domestici e centrali termo elettriche.
–industrie (circa 20%). Sono moltissime le lavorazioni in campo industriale che quindi determinano inquinanti molto diversi tra loro in base alla lavorazione eseguita, e possono variare da solventi (nebbie acide), a metalli (polveri e altro…), in campo industriale le emissioni sono fortemente regolamentate e per questo le industrie devono utilizzare dei sistemi di abbattimento degli inquinanti che variano in base agli inquinanti stessi, per esempio per le poveri vengono utilizzati dei cicloni, filtri a maniche, filtri a tasche ed elettrofiltri; mentre per le nebbie o più in generale per le sostanze chimiche vengono utilizzati filtri a carboni attivi o filtri a umido. Purtroppo, per soldi, quasi tutte le industrie non comprano i diversi filtri.
–mezzi di trasporto (circa 25%). Essenzialmente le emissioni provocate dal traffico dei veicoli dipendono dal tipo di combustibile, dal tipo di veicolo e dalla sua vetustà; tutti i motori termici producono acqua, se alimentati a combustibili fossili producono anidride carbonica (CO2), i veicoli alimentati a gasolio emettono principalmente particolato come polveri sottili (PM10) e inferiori, idrocarburi (HC), ossidi di azoto (NOX) e biossido di zolfo (SO2).Un veicolo a benzina emette particolato, ossidi di azoto e monossido di carbonio, mentre i veicoli a metano e a miscele di idro-carburi che a temperatura normale diventano liquidi emettono ossidi di azoto, particolato ultrafine e scarsi idrocarburi.
–riscaldamenti domestici (circa 15%). Anche qui gli inquinanti emessi dipendono essenzialmente dal combustibile utilizzato, dalla tipologia di riscalda-mento, dalla vetustà e dalla manutenzione dello stesso, gli inquinanti emessi sono all’incirca gli stessi dei veicoli con differenze prodotte da carbone e legna.
–centrali termoelettriche (circa 40%). Tutte le centrali termoelettriche sono tenute a controllare le loro emissioni, questo è particolarmente rilevante per centrali di grandi dimensioni nelle quali si ha un’importante sezione di abbattimento degli inquinanti. Gli ossidi di zolfo, che sono una delle cause delle piogge acide, sono tipicamente frutto della combustione del carbone e sono strettamente regolamentati. Vengono quindi abbattuti, a seconda del momento in cui vengono rimossi si distinguono tre tipologie di rimozione: precombustione, in caldaia, postcombustione. L’abbattimento degli ossidi di azoto è un problema comune a tutte le centrali a combustione. Solitamente la loro produzione viene efficacemente limitata già all’origine tramite un apposito disegno dei combustori e un altrettanto studiata distribuzione delle correnti d’aria di alimento alla caldaia o al bruciatore, evitando porzioni di gas combusti ad eccessivamente alte temperature. Qualora questo inqui- nante sia ancora rilevante vengono utilizzati degli appositi scrubber con ammoniaca o urea. L’abbattimento delle ceneri è un problema tipico delle centrali a carbone e a olio combustibile, visto che le centrali a gas utilizzano sia un combustibile già pulito sia aria filtrata. Il problema è inoltre legato alle sole ceneri leggere, che vengono trascinate dal flusso di aria verso la ciminiera. Le ceneri vengono quindi abbattute tramite una serie di filtri elettrostatici, cicloni e filtri a maniche di efficienza sempre maggiore per riportare le emissioni entro i limiti legali. Le ceneri più pesanti vengono invece rimosse facilmente dalla caldaia ed avviate ad un opportuno trattamento e successivamente in discarica. Particolari configurazioni impiantistiche di centrali avanzate, come le già citate IGCC, possono anche andare a fissare queste ceneri pesanti fondendole in un materiale di granulometria maggiore e più inerte, opportunamente riutilizzabile.
Molti di questi inquinanti, essendo più pesanti dell’aria tendono a stratificarsi a basse quote e formare una cappa di smog che avvolge le città, soprattutto nei mesi invernali con effetti dannosi per la salute.
Altri inquinanti come le polveri sottili, tendono a stratificarsi al livello del suolo e risultano ancor più pericolosi per la salute dell’uomo perché penetrano nelle vie respiratorie.
Gli inquinanti presenti nell’aria possono anche essere trasportati dal vento anche lontani dalla loro fonte, unirsi all’acqua presente nelle nuvole e cadere a terra assieme le preci-pitazioni: sono le piogge acide che causano gravi danni alle foreste e alla vegetazione e arrivano a corrodere monumenti ed edifici.
Nonostante questo, l’inquinamento atmosferico può essere ancora più pericoloso, infatti, secondo uno studio dell’Agenzia Ambientale Europea, ogni anno nell’Unione Euro- pea, ci sono circa 487.600 morti, pre-cisamente 399.000 per le polveri sottili, 75.000 per il biossido di azoto e 13.600 per l’ozono troposferico.
Altri studi dimo-strano che a Mi-lano (città più inquinata in Italia) solo il 5,6% dell’inquinamento e causato da risorse naturali, l’11,8% dall’agricoltura, il 13% dalle industrie, il 24% dai trasporti, il 30,3% dagli appartamenti e il 15,3% da altre cause.
Alcune sostanze inquinanti sono dannose se respirate dall’uomo ma hanno un grandissimo compito per mantenere la vita sulla Terra.
L’ozono troposferico (O3), per esempio, è un gas che allo stato libero si trova in maggiore concentrazione in una <<fascia>> della stratosfera chiamata ozo-nosfera, che rappresenta un efficientissimo schermo naturale nei confronti delle radiazioni solari ultraviolette (UV), davvero dannose per l’essere vivente. In passato nelle bombolette spray o nei motori dei frigoriferi si usava il <<clorofluorocarburo (CFCI3)>>, un gas che sale nell’atmosfera e tende a consumare le molecole di ozono troposferico: si forma così il famoso <<buco dell’ozono>>.
Questa parte mancante dell’ozonosfera si è concentrata al Polo Nord per mezzo del quale c’è un aumento delle temperature e per questo lo scioglimento dei ghiacciai.
Per fortuna adesso si è capito che il clorofluo-rocarburo è dannoso per l’uomo e se ne stanno diminuendo le quantità. Infatti negli ultimi anni il buco dell’ozono si sta restringendo.
Insomma l’inquinamento atmosferico è un vero e proprio assassino invisibile e dobbiamo aumentare gli sforzi per affrontarne le cause.
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Vi voglio lasciare anche il link del PowerPoint sull’inquinamento in generale…
…ma anche il PowerPoint da sfogliare nell’articolo
L‘inquinamento
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